Strada del cambiamento

Buttarsi, ad occhi aperti…

Strada del cambiamento

Sono proprio io quella che sta scrivendo, mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi così fragile e vulnerabile e ad avere bisogno di un aiuto.. Sono caduta, la paura mi ha paralizzato, mi sono ritrovata sola e col timore di soccombere perché come in tutte le cose mollare è la soluzione più facile.. 

Tutto inizia, o era già iniziato e non lo sapevo, con una delusione affettiva, non posso dirla amorosa in quanto non c’è mai stata una vera e propria relazione ma solo una conoscenza virtuale che manco a dirlo si è rivelata tutto l’opposto di ciò che sembrava!!

Da lì sono partite a raffica le mie domande interiori:

  •          Perché sono stata così ingenua?
  •          Perché ho trascinato una conoscenza che non mi dava quel che volevo, anzi mi faceva soffrire?
  •           Perché ho creduto così tanto che potesse evolversi in meglio, anche di fronte alla realtà?

Mi sono sentita un fallimento, una perdente, avevo dato fiducia e mi sono ritrovata ad essere presa in giro: nonostante il mio comportamento corretto mi sentivo io quella sbagliata, odiavo me stessa per non essere la persona meravigliosa, intelligente, interessante, sensuale che un uomo può desiderare.. Il mio desiderio di tornare ad amare mi impediva di vedere la realtà..

Ma alla fine devo dire GRAZIE perché proprio in quella difficoltà ho capito che per me era necessario intraprendere un cambiamento. E’ legittimo voler piacere alle persone, ma ci sono delle regole da tenere sempre a mente: mai sminuirsi per nessuno, piuttosto amarsi, accettarsi, capirsi, avere fiducia in se stessi, avere il coraggio di imporsi facendo valere le proprie esigenze… Coloro che non si amano, che non esigono rispetto, alla fine non ricevono NULLA..

I miei pensieri sono stati sempre semplici e puri: FANCIULLA + PRINCIPE= HAPPY END! O perlomeno la mia vita fino a un certo punto si era sempre svolta così, ma poi sono cresciuta, ho visto tante situazioni difficili e ho capito che non ci sono solo principi… e che l’arma migliore per difendersi è AMARE IN PRIMIS SE STESSI.

Accetta le tue sconfitte a testa alta con la grazia di un adulto e non con l’insicurezza di un bambino, pianta il tuo giardino, decora la tua anima invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori e imparerai che sei forte davvero, che vali davvero, non rimpiangere ma impara e vai avanti. Ho capito che lamentarsi non serve a nulla, bisogna muoversi, scrollarsi di dosso la polvere e le paure, far lavorare il cervello e i sentimenti, andare avanti…

Bisogna continuare a buttarsi, ma è fondamentale BUTTARSI AD OCCHI APERTI..

Molti intorno a me fanno famiglia e io che l’ho sempre desiderata sono sola da troppo tempo per i miei gusti.. Non posso dire di essere felice, soddisfatta e appagata dalla mia vita in questo momento, ma ora ho compreso e ho gli strumenti per creare la mia felicità.

ORA IO SONO IN CAMMINO!!

Laura

La mia bulimia

“Chi è bello da vedere è bello e basta. Ma chi è buono sarà subito bello.” –Saffo, Liriche e frammenti

È come un compromesso segreto con la parte più intima di me. Come a dire “Tu puoi aspettare, no, Devi aspettare che da fuori tu sia perfetta. Solo in questo modo varrai davvero.”

Cosa vuol dire affidarsi completamente a dei calcoli? Cosa comporta lo sforzo immane, cieco, per mantenere il controllo? La mia vita risucchiata dalla risacca di un mare di vuote aspettative, le cui ondate salate di senso di colpa continuano a sbattermi contro la sabbia. Così vengo erosa come i cocci di bottiglia ritrovati lungo la battigia, modellati, deformati. Io, dove sono?

Ho sempre saputo cos’era la bulimia, dalla mia prima abbuffata sapevo a cosa andavo incontro. “Dopotutto se con alcuni funziona, perché non dovrebbe anche con me?”

Una facile temporanea scorciatoia per sentirmi Libera di essere Felice. Per poter finalmente abbassare la guardia e smetterla di immaginare di guardarmi dal di fuori, di immaginare il giudizio degli altri ad ogni mia minima mossa. “Quando sarò perfetta sarò spontanea”, mi dicevo.

Ma il mio sistema di controllo si è rivelato fallace, incerto, tremante, una fortezza di carta. Bastava un soffio di insicurezza per farlo crollare. E allora in punta di piedi di soppiatto mi recavo alla dispensa, conoscevo ogni orario, ogni trucco per riuscire ad intrufolarmi e ad abbuffarmi senza che nessun membro della famiglia se ne rendesse conto. Tenerlo segreto mi aiutava a mantenere il problema come una parentesi della mia vita, qualche cosa che se solo mi fossi impegnata di più avrei avuto modo di far scomparire senza che nessuno se ne accorgesse. La mia debolezza era la mia vergogna.

Volevo affannosamente raggiungere me stessa, sacrificando me stessa. Ironico, non è vero?

È il dolorosissimo momento di arrendersi, di lasciar crollare la fortezza di carta una volta per tutte. Il momento di guardarsi allo specchio e riconoscersi, riconoscere anche quella vulnerabilità così odiata, e darle spazio e ascoltarla.

Ho scoperto, essendo accompagnata, e con un’indicibile sorpresa, che il mio unico compito nella vita è quello di rendermi disponibile alla libertà vera, che è fragile, fatta di tentativi, e per questo sempre in ripresa. Ho scoperto insomma, che tutto ciò che mi viene chiesto, di una semplicità devastante, è di avere un cuore grande.

Maria


Heart Rate Variability

Corso Biofeedback Rimini

Dopo il successo del workshop “Il Biofeedback per il dolore cronico in psicoterapia cognitiva” del 13 e 14 settembre 2014 presso la scuola di specializzazione in psicoterapia cognitiva Studi Cognitivi di Modena, sto organizzando un Workshop Applicativo che si terrà a Rimini a novembre 2014 o in primavera, al raggiungimento del numero minimo di iscritti. Heart Rate Variability

Workshop “Il biofeedback per il dolore cronico”  

Piccolo gruppo: 8 persone, per facilitare l’esperienza pratica.

Docente: Dott. Stefano Zucchi

Programma in via di definizione:

  • Il Biofeedback
    • Introduzione, ambiti di intervento, efficacia clinica e meccanismi d’azione
    • Presentazione dello strumento e dei sensori
    • Struttura della seduta e del training
  • Il Profilo psicofisiologico da Stress
    • Prova pratica ed analisi dei risultati
    • Casi clinici esemplificativi
  • Il biofeedback nella gestione di stress e stati di attivazione:
    • Prova pratica: Training della Conduttanza Cutanea
    • Fisiologia della respirazione
    • Prova pratica: Respirazione diaframmatica
  • La variabilità cardiaca (HRV) come indicatore di balance autonomico
    • Cos’è e come si misura
    • Prova pratica: determinare la frequenza di risonanza
    • Training HRV
  • Cefalee
    • Le cefalee primarie
    • Fattori psicologici e cefalea
    • Iperuso di analgesici e cefalea
  • Assessment e protocolli di intervento biofeedback nelle cefalee primarie
    • Prova pratica: il Training Elettromiografico (EMG)
    • Prova pratica in gruppo: Il Training della Temperatura cutanea (T-BFB)
  • Caso clinico cefalea

Per informazioni e costi vai alla pagina “contatti”, in alto a destra.


spaghetti

Vincere l’anoressia

spaghettiSolitamente quando si racconta una storia si parte dall’inizio; in questo caso però la mia storia inizia dalla fine.

Quando un pomeriggio d’Ottobre dopo tanta insistenza da parte dei miei genitori e tantissimo disappunto da parte mia, ho accettato di sottopormi ad una normale visita di controllo finita ben diversamente  da come mi aspettavo.

Mi è bastato vedere lo sguardo allarmato della Dottoressa per capire che si trattava di una cosa seria e che c’era qualcosa che non andava… Avevo 39 battiti al minuto e dovevo decidere se intraprendere un programma di recupero o essere ricoverata. Il mio fisico si trovava ad un passo dalla morte e io ne ero inconsciamente all’oscuro. Lì per lì non riuscivo a capire cosa stesse succedendo o quello che stesse cercando di dirmi; riuscivo solo ad interrogarmi su come avessi fatto ad arrivare a quel punto.. Per essere, io mi sentivo bene. 

 

Mi ha impressionato il fatto di esserci caduta dentro senza essermene nemmeno resa conto, continuando a negare di avere un problema e continuando per l’appunto a rispondere “non preoccupatevi, sto bene”a tutti quelli che si erano accorti del mio cambiamento, sia fisico sia comportamentale.

Non per niente la chiamano «malattia invisibile».

Eppure anche dopo aver capito di aver toccato il fondo, i primi giorni ancora non mi ci riuscivo a identificare, subendo delle forti crisi esistenziali in cui a stento riuscivo a controllare le mie emozioni. Non riuscivo a crederci… Tant’è che alla fatidica domanda della Dottoressa: “ sapresti dirmi di che malattia soffri?”, rimasi impietrita. Malattia? Automaticamente scoppiai a piangere. Ero spaventata della mia stessa situazione e mi sentivo in colpa, ero anche molto confusa e non sapevo cosa rispondere.

Dopotutto ero convinta di non avere niente che non andasse…

Anoressia.

Ecco di cos’ero malata. Un’anoressia che si è nascosta bene dentro di me manipolandomi e respingendo tutti quelli che insinuavano che non stessi bene. Continuavo a sostenere di non avere nessun problema, ero solo un po’ “fissata con la dieta e l’esercizio”.

Quando realizzai di trovarmi dentro l’anoressia, molte angosce di quell’ultimo periodo si spiegarono, ed ero veramente delusa da me stessa, delusa di essere caduta in una malattia che non avrei mai considerato come mia perché l’ho sempre vista come una forma di debolezza. Per me, il termine “anoressica” era una connotazione dispregiativa, come un insulto all’intelligenza di una persona.

“ Ti pare che sono anoressica? Ma come ti viene in mente, non sono mica stupida!” E mi arrabbiavo, me la prendevo proprio! Orgogliosa e ingenua. Ma soprattutto, molto, molto determinata nei miei obbiettivi.

Esserci passata, infatti, mi ha fatto capire quanto in realtà l’anoressia sia forte e pericolosa, soprattutto dal punto di vista psicologico, essendo in grado di cambiarti, schiavizzarti e isolarti dalle altre persone. Quando c’ero dentro la cosa più importante per me era mantenere il controllo della mia alimentazione, o meglio, del mio disturbo alimentare. Esso mi sembrava l’unica boa di salvezza a tutti i disagi che fanno parte della vita quotidiana.

Mi ero ridotta a ricordarmi tutto quello che assumevo durante la giornata, facendo un sacco di stupidi calcoli e stando attenta a non mangiare mai più ‘del dovuto’; nel caso, dovevo compensare con un bel digiuno o un bel po’ di esercizio fisico.

Vedete… il fatto strano è che a quel punto io non volevo dimagrire, anche perché mi ero stancata della gente che mi stressava col fatto che ero troppo magra.

Molti spesso mi hanno chiesto se continuavo a dimagrire perché continuavo a non piacermi o a vedermi ‘grassa’, ma non è affatto così! Io le sentivo le mie ossa, mi faceva male l’osso sacro quando stavo seduta, le vedevo le anche sporgenti, e mi dava fastidio il ripudio che dimostrava la gente quando mi abbracciava e le sentiva.

Io non volevo essere più magra. La mia paura costante era quella di ingrassare! Vincere l'anoressia

A lungo andare infatti queste routine mentali diventavano sempre più rigide, mangiavo sempre di meno e dimagrivo sempre di più anche perché ormai rispetto a quello che mi ero imposta di mangiare, tutto mi sembrava ‘un sacco di cibo’. La situazione era degenerata e contrariamente a quello che pensavo, era decisamente fuori controllo.

Ormai non avevo più le forze per divertirmi o dedicare tempo ai miei amici e non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, non c’era più niente che m’interessasse e mi sentivo depressa e sconcertata dalla vita che stavo vivendo, dentro di me speravo fosse solo un periodo destinato a passare. A volte avevo crisi depressive perché mi rendevo conto che non c’era più niente che mi emozionasse; ero apatica e delusa. Inoltre tutta la gente che m’incontrava continuava a dirmi che ero troppo magra e che non andavo bene e questo mi faceva stare ancora peggio perché non avevo neanche più la soddisfazione del mio fisico.

Non mi piacevo, e giuro che ero intenzionata a riprendere un po’ di peso… ma solo il fatto di aggiungere un pacchetto di cracker per merenda mi sembrava troppo! Di quel passo non ce l’avrei mai fatta.

Ringrazio i miei genitori per aver lottato contro la mia indisposizione ed avermi convinta ad incontrare questi specialisti ( Percorso NonDiSoloPeso ndr) che mi hanno aperto tutto un altro mondo, o meglio, mi hanno riaperta al mondo. Senza di loro, e senza aver intrapreso il loro programma non ce l’avrei mai fatta.

Mi hanno seguita e monitorata per parecchi mesi e non sempre è stato facile, tutt’altro.. Ma quando sono rientrata nel normopeso e davo segni di guarigione dal disturbo mi sono riguadagnata piano piano la mia indipendenza. Inizialmente ero scettica, avevo paura che l’anoressia mi avesse segnata per tutta la vita, ma appena raggiungevo dei buoni risultati mi sentivo meglio e la sentivo allontanarsi.

Durante il percorso ho imparato a riconoscerla e a evitarla, ora infatti, sono convinta che sia stata una esperienza che mi ha insegnato molto della vita, facendomi rivalutare ciò che veramente è importante in essa, sminuendo tutte le mie precedenti fisse.

Ora finalmente la mia vita ha ripreso colore, risate, amici, spensieratezza e amore; e sinceramente preferisco rinunciare ad un ‘fisico perfetto’ piuttosto che rinunciare a tutte queste cose. Non voglio più soffrire come ho sofferto quando ne ero dentro, ora finalmente sento di essermi tolta un gran peso e di aver recuperato quel sorriso e quella positività di una volta.

Basta schemi mentali, negazioni, fisse, routine, sensi di colpa.

Sono libera e sono più forte di prima.

G.

Aprile ‘14


Documentario disturbi alimentari

Ciò che mi nutre mi distrugge

Proiezione Film-Documentario
Giovedì 22 maggio 2014
Supercinema, P.zza Marconi 1, Santarcangelo
Ore 20Ingresso libero

Documentario disturbi alimentari

Per la prima volta si aprono le porte di un centro per la cura dei disturbi del comporta-mento alimentare e si accede alla terapia. Storie di disagio, sofferenza, senso di inadeguatezza, ma anche di speranza, che si esprimono attraverso il tragico tentativo di dominare il proprio corpo.

Film-documentario di Ilaria De Laurentiis e Raffaele Brunetti, Produzione B&B Film

Al termine della proiezione incontro con l’Equipe per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare:

NonDiSoloPeso

  • Dr.ssa Maria Letizia Petroni, Medico Internista
  • Dott.ssa Cecilia Valenti, Biologo Nutrizionista
  • Dott. Stefano Zucchi, Psicologo Psicoterapeuta

Evento organizzato dal Poliambulatorio Salute in Armonia, Santarcangelo (RN)
Per info: 0541-623123
In collaborazione con Volo Oltre Onlus , www.volooltre.org Associazione Disturbi Comportamento Alimentare

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Gruppo psiconutrizionale

Gruppo PsicoNutrizionale

Incontri di gruppo per apprendere conoscenze e strategie utili per combattere il peso in eccesso.

Gruppo psiconutrizionaleSi tratta di un ciclo di incontri di gruppo tenuti da psicoterapeuta e dietista (dott.ssa Sara Biondi) che forniranno conoscenze e strategie per migliorare il rapporto col cibo. Ogni persona verrà accompagnata passo-passo nel difficile percorso che attraverso il cambiamento nello stile di vita porta al raggiungimento di un peso ragionevole e sano.

Gli incontri sono rivolti a chi vuole iniziare o chi ha appena incominciato un percorso nutrizionale per perdere il peso in eccesso.

Ogni incontro è focalizzato su argomenti specifici introdotti dai professionisti e affrontati insieme tramite materiale didattico, esercizi pratici, condivisione della propria esperienza e confronto su difficoltà e strategie efficaci.

Obiettivi:

• Conoscere il proprio stile alimentare e scoprire la relazione tra eventi, pensieri, emozioni e comportamenti;

• Apprendere strategie per gestire le situazioni ad alto rischio di perdita di controllo, come le abbuffate;

• Utilizzare le tecniche di controllo degli stimoli che portano a mangiare in eccesso;

• Aiutare a mantenere l’impegno con costanza;

• Migliorare l’accettazione, l’autostima, i rapporti sociali

scarica la locandina


leggerezza dell'essere

La mia anoressia

leggerezza dell'essere

 Oggi sono qui, nella mia cameretta e mentre ascolto un po’ di musica, cerco finalmente a mente lucida,  di  guardarmi dentro e fare un resoconto  della mia esperienza riguardo il mio bruttissimo viaggio attraverso il mondo dei disturbi alimentari. 

Il mondo dei disturbi alimentari mi ha sempre affascinato, sin da piccola mi piaceva guardare film, leggere articoli riguardo queste malattie, sono sempre stata affascinata dalle diete e ragazze anoressiche, per me il termine ANORESSICA era il miglior complimento che si potesse fare o ricevere, forse perché quando ho cominciato ad interessarmi a questo mondo, ero una cicciotta bambina ambiziosa e sensibile, che veniva presa continuamente in giro per il suo aspetto e che di soddisfazioni in tutti i campi ne aveva avuti ben pochi, quindi l’anoressia piano piano è  diventato sempre più  un traguardo da raggiungere, un salvagente , un riscatto: 

 

Ho continuato con questi metodi fino al primo anno di università. per me diventare così  magra voleva dire la fine di tutte le prese in giro, voleva dire essere meglio apprezzata dalla gente, era l’unica arma… quindi ovviamente per tutta la adolescenza  sono stata scontenta del mio aspetto fisico, l’ho trascorsa sempre e costantemente seguendo diete su diete tutte equilibratissime, venivo seguita da svariati specialisti, avevo si i risultati, ma non quelli che mi aspettavo davvero, ed ho sempre fatto quello che si dice effetto yo yo..

In questo periodo, con il cambio di stili di vita, mangiando quasi sempre fuori casa, ho modificato  l’alimentazione.. non c’era più pasta per me, il pranzo, quando potevo lo saltavo, ed è in quell’anno che è incominciata la mia dedizione al mondo dello sport, palestra, corsa, bicicletta erano diventati ormai parte di me, lo scopo principale era sudare, faticare, bruciare… immaginate quindi i risultati che ho ottenuto durate questo anno, pesavo sempre meno, cominciavo a piacermi davvero, gli altri me lo facevano notare, la mia autostima aumentava proporzionalmente ad ogni etto perso, la bilancia finalmente mi voleva bene, pesarsi era una soddisfazione enorme e  lo facevo sempre più spesso, i miei obbiettivi si modificavano continuamente, il che voleva dire eliminare altri cibi dalla dieta, ed era arrivato il momento dello zucchero che si era trasformato prima in fruttosio per poi essere eliminato totalmente, bevande gasate solo con aspartame, alcolici assolutamente vietati, non che prima ne facessi tanto uso, ed anche olio, aceto, sale, assolutamente vietati!!!

Il periodo iniziale sicuramente è stato il più bello, poi piano piano ho cominciato a vedere che pur continuando a fare sacrifici rinunce e strazianti ore di sport, i risultati erano sempre meno, non era più come all’inizio, quindi l’autostima è cominciata a calare,  e più ci pensavo più non avevo risultati, e più non avevo risultati, più era un chiodo fisso, quel maledetto numero mi influenzava invadentemente le giornate , e più ero triste, più continuavo a faticare, volevo ancora sentirmi così invincibile, ma il mio corpo, la mia amica bilancia non erano  più  miei alleati, allora ho cominciato a sentirmi frustrata, una nullità, ripensandoci a mente lucida oggi mi rendo conto di quanti momenti felici, viaggi o feste, questi pensieri mi hanno rovinato. Allora ho cominciato a fissarmi su parti del corpo che avrei voluto cambiare  ad ogni costo, mi sentivo malforme, a volte pensavo di avere qualche strana patologia, e allora tanti anni di pianti, vergogna e rinunce per via della mia “malformazione“ fisica.

Guarda a caso, in casa mia prima dell’estate girava una fantastica DIETA PROTEICA che all’epoca seguiva mia mamma, quindi ovviamente ho cominciato a  seguirla con lei, ed è qui che è incominciata la fissa dell’indice glicemico degli alimenti, ed è a partire da questo momento che  ho cominciato a scegliere i cibi, in base, oltre che alle calorie( come sempre) anche ai grammi di carboidrati contenuti all’interno di questi, basti pensare che la frutta e le carote erano diventati lo stravizio del giovedì!! questa dieta mi ha regalato delle soddisfazioni enormi, ero magra come non avrei mai immaginato di essere, indossavo leggins di tutti i tipi e colori stavo benissimo, tutti continuavano a farmi quelli che  chiamavo io complimenti come ad esempio: “ma hai delle gambe invisibili” “ ma dove vuoi arrivare” “sei sempre più magra” “hai il viso troppo scavato” “stai diventando brutta” e quanto mi piacevano questi commenti, ovviamente c’erano anche i pazzi che mi facevano apprezzamenti oggettivamente positivi…

Per me ero fantastica perchè potevo indossare qualsiasi vestito, jeans e maglia attillati li potevo mettere e potevo stare assolutamente tranquilla anche quando passeggiavo o avevo qualcuno alle mie spalle, perché non ero più un mostro, ero normale…. i tubini aderenti come mi stavano bene, al mare non c’era più bisogno di mettersi i pantaloncini, mi sentivo bene, ma ero cosciente di poter fare ancora di più per essere perfetta..

anoressia

Neanche a farlo apposta nello stesso periodo avevo ricevuto una richiesta, di fare da modella per una sfilata, ovviamente le modelle per me sono sempre state dei miti e pur non essendo  una sfilata importantissima  ero felicissima perché ero riuscita a diventare talmente magra da sfilare, appartenevo a quelle persone tanto invidiate da me.

Ovviamente anche questo avvenimento richiedeva una preparazione, quindi richiedeva altro sacrificio altrimenti avrei fatto una figura pessima, l ’attività fisica era  aumentata e la dieta che doveva essere per un periodo limitato era prolungata, e continuavo anche a segnare tutto ciò che mangiavo perché da qualche mese avevo scaricato questa applicazione sul cellulare in cui qualsiasi cosa che ingerivo o masticavo (anche cicche), la inserivo per vedere quante calorie, la percentuale di carboidrati e grassi che assumevo in un giorno e non potevo superare le 1200 ma se erano 800 era meglio, che prigione anche questa!

E’ stato in questo periodo che persino il mio  fidanzato dell’epoca, con cui stavo da sette anni e che avrebbe sempre voluto avere una morosa magra, ha cominciato a dirmi che gli “facevo impressione e che al tatto ero solo ossa”, cosa che mi faceva piacerissimo, persino lui mi aveva detto che ero troppo magra, ero proprio arrivata!!!!

Mi ricordo ancora l’episodio, io ero seduta sul letto con le gambe incrociate che stavo leggendo una cosa, era estate e quindi avevo una canotta  cortina e dei pantaloncini e mi si vedeva un po’  la schiena e lui toccandomi le ultime vertebre sacrali mi disse così, che enorme soddisfazione!!!!

Arrivò dunque il giorno della sfilata e ovviamente per me è  stato un incubo tutti mi guardano, e  io mi sentivo grassa, inadatta,  anche se avevo rifiutato di sfilare in costume, mi sentivo inadatta, anche se il mio peso non aveva mai raggiunto un numero così magnificamente basso… i pantaloni anche i più attillati erano taglia 38 i vestiti le maglie le giacche xs…ero proprio arrivata!!!

In questo periodo avevo una somiglianza più che da ragazza ventitreenne da ragazzina, e anche il mio fisico ha cominciato ad agire di conseguenza, le mestruazioni si erano bloccate e per 9 mesi, nonostante poi col tempo abbia cominciato per vari motivi che poi vedremo a prendere peso, non volevano proprio tornare, hanno deciso di tornare grazie a delle gocce miracolose prescritte dal medico. Il seno non c’era più, non che sia mai stata chissà che cosa, ma proprio era inesistente( il che non mi dispiaceva affatto). A correre non riuscivo più come una volta, i miei 10-11 km, la mia oretta ormai era diventata un utopia, per non parlare delle cene, a cui non potevo mai andare perché se fossi andata avrei perso il controllo.

Parlando con i miei amici  quest’anno a mente lucida allora non avevano una buona considerazione di me, mi consideravano una debole, una con parole loro “fissata” “fuori”, e nonostante tutto continuavo a non vedermi, e andare al mare era ancora un incubo.

La fase peggiore però inizia adesso quando la voglia di mangiare e di abbuffarti sopprime tutto il resto, e quindi non riesci e cedi vai alle cene, mangi tanto anche se ti seti osservata,  oppure mangi poco poi arrivi a casa e mangi, questo comportamento però è arrivato molto tempo dopo. Ancora in questa fase non avevo timore di mangiare in pubblico, perché ancora non ero ingrassata e avevo tutto sommato ancora la situazione sotto controllo poiché riuscivo a compensare in qualche modo: il giorno prima e il giorno dopo pseudodigiuno, sempre accompagnato da  corse o palestra, così riuscivo a sistemare tutto….

Ed è ora che collocherei  l’inizio dell’uscita da questo disturbo, “IL MIO VIAGGIO”, la mia “terapia d’urto” “la mia salvezza”… basta bilancia

In pratica  l’anno precedente avevo vinto una borsa di studio per un periodo all’estero, per vivere quella esperienza geniale che è l’erasmus, quindi ho salutato tutti e sono andata 7 mesi a vivere in spagna.

Sono arrivata in una città nuova ed ero senza casa, il che voleva dire senza cucina, il che voleva dire non poter controllare ciò che mangiavo dalla colazione alla cena ed è stato così per ben 10 gg, il tutto ovviamente senza bilancia, un incubo assoluto!!!

Piano piano però ho cominciato a conosce presone nuove, tutte persone diverse, con culture diverse, di paesi diversi, con stereotipi diversi, ed erano tutti talmente interessanti, non parlavano di palestra, di vestiti o di altre discorsi che ero nauseatamente abituata a subire, in più mi stavo integrando in una nuova città con cultura e usanze nuove, seppur simili alle mie.

Ho cominciato qui a guardarmi dentro, a confrontare i miei interessi con quelli degli altri e ho  cominciato a capire che  fuori dalla mia caverna oltre alle solite “ombre” con cui ero abituata a rapportarmi, c’era un universo fantastico, tutto da scoprire.

Li non mi conosceva nessuno, per quei ragazzi  ero “la chica riccia italiana” e per gli italiani ero la “riccetta,” non ero la bambina grassa e stupida che per farsi accettare doveva assolutamente  dimostrare,  non dovevo dimostrare dovevo essere e farmi conoscere per quello che ero, e ci sono riuscita, piano piano mi sono aperta e mi sono resa conto di essere una persona socievole, simpatica, sapevo tenere discorsi su diversi argomenti, ed ero finalmente io.

Il mio rapporto col cibo non era affatto tranquillo nonostante fossi più serena, qui infatti comincia la mia fase ,chiamiamola “dr Jekyll e mr Hyde”..

C’erano  momenti in cui stavo bene, ero spensierata, e altri in cui mi rendevo conto che incominciavo ad ingrassare e quando me ne rendevo conto era come se il mondo mi cadesse addosso nell’attimo esatto in cui vedevo apparire quel numero angoscia, tristezza, preoccupazione mi assalivano, era una sensazione bruttissima, sentivo un oppressione tale da togliermi il respiro.

Quando ancora ero a casa e avevo paura a partire perché avevo il timore con il cambio di stile di vita, di ingrassare, pensavo che se fossi ingrassata anche solo 2 kg avrei preferito morire, i 2 kg li avevo superati, tuttavia non volevo più morire, stavo  veramente tanto tanto tanto male, ma  non era così grave come pensavo, non volevo morire, anzi!!!

In questa fase non avevo più il controllo di una volta, nonostante tutti i nuovi amici continuavano  a prendermi in giro per la mia eccessiva attenzione sul  cibo, in quel momento non sapevo chi ero, perché non riuscivo più a stare attenta come avrei voluto, non  sapevo se stavo meglio o peggio, e il tempo  intanto passava e più passava più mi integravo e  stavo sempre meglio, ma quel maledetto peso, uffa che oppressione continuava a tormentarmi….

Aumentavo, aumentavo, i vestiti erano sempre più stretti, facevo delle diete ma poi mi chiamavano a mangiare o peggio ancora capitava di bere a volte rinunciavo alle cene o a bere, ma oltre a loro li non avevo nessuno e quindi ero costretta, quindi uscivo e stavo bene e pensavo “ma si sta sera mangio o bevo quello che hanno preparato gli altri, poi domani recupero”, l’indomani poi andavo a pesarmi e mi odiavo per quello che avevo fatto il giorno prima, nonostante quando sapevo che sarebbe capitato di bere un po’ di più la sera, durante il giorno digiunavo, ma anche questo non serviva a niente perché poi, una volta tornata a casa dalla serata, ancora su di giri e forse ancora disinibita dall’alcol essendo mattina presto e avendo digiunato per il giorno prima, tornavo a casa e mi abbuffavo come non mai.

Dopo un po’ di tempo siccome la mia vecchia coinquilina era tornata a casa, sono andata a vivere a casa con delle ragazze che avevo conosciuto li e loro erano fantastiche, mangiavano pasta, mangiavano tutto e le vedevo serene, erano simpatiche, mi sono trovata  benissimo, e io infondo sapevo di essere come loro e quindi  a parte la pasta mangiavo come loro, tanto sapevo che mancava poco e sarei  ritornata a casa, ed ero convinta che una volta tornata a casa sarei stata la ragazza di sempre….

L’ultimo periodo sono stata bene, ero felice, avevo tutto, avevo solo in testa una gran confusione, non ero io, avevo pensieri strani, riflettevo su qualsiasi cosa, stavo crescendo non lo so, anche i miei genitori che mi erano venuti a trovare non mi riconoscevano, nei discorsi che facevo erano profondi e dati da riflessioni, ma più pensavo più avevo un casino assurdo in testa.

Anche quando è arrivato poi il momento di tornare, avevo sempre uno tsunami in testa ma mi sentivo felice, tanto felice, ero aperta,  più forte di carattere, simpatica, uscivo sempre e mi divertivo.

Una parte di me si era imposta di tornare come ai vecchi tempi perché nella mia città non potevo permettermi di tenere quella immagine , avevo lavorato e faticato tanto per avere la fama della ragazza “fighetta” magra che ama la palestra a la buona alimentazione, non potevo accettare che gli altri pensassero che avevo fallito che mi ero “ sfasciata” durante il viaggio, quindi  per buona parte dell’estate non sono andata al mare, sperando nel frattempo di ritrovare la forma, una volta esaurite tutte le scuse, e rendendomi conto che non avevo i risultati desiderati, ho cominciato ad andare al mare e anche li ci ho preso gusto, il mio nuovo carattere andava piano piano scemando ma comunque amavo ancora divertirmi ed ero ancora anche se meno, aperta.

Una sera uscendo con i miei amici, che avevo sempre temuto, ho provato enorme soddisfazione e mi ha fatto riflettere quando hanno cominciato a dirmi che stavo meglio così, che ero più bella e  spensierata, è stato soddisfacente perché  avevo un gran timore del loro giudizio.

Tuttavia quella parte di me non riesce a piacersi si era ormai insediata e il mio rapporto col cibo era comunque teso, tutte le volte che  vedevo una mia foto, compariva in me l’angoscia e il disprezzo per quell’immagine in cui proprio non mi riconoscevo e non intendevo riconoscermi… nonostante ciò ho passato comunque una bellissima un’estate, avevo tanti amici, con quelli più pazzi uscivo più spesso perché ero anche io così, ho visto tante albe, avevo anche uno pseudo ragazzo, di cui finalmente non ero succube, perché anche sotto quel punto di vista li in tutto ciò sono cresciuta.

Nel frattempo la mia necessità di dimagrire non  è scomparsa, quindi decisi di farmi seguire da un dottore che ammiravo tantissimo poiché  mi aveva già seguito in passato e dove avevo avuto risultati ottimi, ma nonostante l’impegno,  il  corpo e la bilancia mi erano comunque nemici.

L’università nel frattempo sembrava interessarmi poco, mi sentivo allo sbando, non avevo il controllo su niente, non avevo stimoli se non la palestra e il dimagrimento, mi pesava fare tutto, mi sentivo frustata su tutti gli aspetti, la voglia di uscire era svanita, mi sentivo inadeguata ovunque, ero silenziosa ero triste senza sapere il perché, i miei amici se ne accorgevano e me lo facevano notare e io mi sentivo per questo più triste, quindi ho deciso di usare “quel numero” dello psicologo, che mia mamma mi aveva dato qualche anno prima e che continuava in modo ossessionante a consigliarmi di andare, e io sperando in un miglioramento nel rapporto ormai insostenibile con lei ho deciso di usare, ed è stata la mossa migliore che abbia potuto fare in quel momento, perché  parlare  rendermi conto dei miei problemi, guardarmi dentro, mi ha fatto davvero bene e mi ha dato una grossa mano a uscire da questo disturbo..

In poco tempo ho ricominciato a impegnarmi per gli esami come un tempo, ho cominciato a seguire un programma alimentare assolutamente sano a cui ho deciso di affidarmi totalmente, senza considerare le calorie, e senza fare valutazioni personali, l’ho seguito alla lettera mangiando cose e quantità che fino a poco tempo fa consideravo  assurde, ma mi sono fidata , e mi sento ogni giorno sempre meglio,  ho smesso di pesarmi in modo ossessivo, da 3 volte al giorno sono passata a 2, poi a 1 al giorno, in seguito 1 volta ogni tre giorni fino ad arrivare a una volta ogni una o due settimane… anche a tavola riesco a regolarmi senza pesare tutto ossessivamente,  continuo a  pesare i carboidrati che comunque continuano leggermente a spaventarmi.

Sono arrivata in un punto in cui sto bene,  mangio e mi sento bene, non ho più difficoltà a digerire, pesantezza, e dolori e acidità di stomaco come a un tempo e ogni tanto avverto anche  lo stimolo della fame quando sforo i miei orari.

Continuo comunque a fare sport perché ci tengo a mantenere una certa forma, ho solo cambiato lo stereotipo, che non è più la modella supermagra e anoressica, ma è lo stereotipo di una ragazza sana, soda, tonica, ma lo ripeto soprattutto “sana”, non mi piaccio ancora come vorrei, l’insoddisfazione rimane, ma sono consapevole  di essere fortunata per la vita che ho ,  ho cominciato a prendere coscienza di me stessa e so di essere una persona interessate e cerco di coltivare i miei interessi, mi interessa molto meno del parere degli altri, perché io sono così e se gli piaccio, altrimenti non è un problema mio. Ho anche deciso di contornarmi solo di persone che mi fanno stare bene, non sono più io ad essere giudicata, ma a giudicare e a scegliere ciò e chi voglio accanto.

Ho ricominciato a vivere, l’altro giorno essendo priva di impegni  sono andata al mare con i miei amici, ho indossato il costume  senza  digiuni, fanghi e corse preparatorie, con un po’ di timore si, ma sono andata ed ero felice, e nel tragitto mentre pedalavo ascoltando la mia musica ,riflettevo e  sorridevo  perché ero soddisfatta e mi sentivo libera,  finalmente libera  da quella prigione virtuale, non ci sono più numeri ad influenzarmi le giornate o imperfezioni,  tutti i pensieri che mi oscuravano il viso una volta, non ci sono più, oggi posso andare al mare  con i miei 14 kg in più rispetto al giorno della sfilata, e tutti i miei difetti, perché fanno parte di me!!!

E quando poi al mare e  ho sentito le mie amiche dire fiere di aver saltato il pranzo o di sentirsi pesanti per aver mangiato un insalata ( e su questo ho fatto scuola io a tutte purtroppo, perché per più risultati avevo  più venivo emulata) la mia soddisfazione più grande  è stata nell’affermare: io oggi ho mangiato gli strozzapreti ed erano buonissimi!!! (cosa di cui qualche tempo fa mi saresti vergognata di ammettere). E l’ho detto anche nella speranza che mi seguano anche in questa cosa. E l’avere fatto questa affermazione mi ha fatto capire anche che riesco a  vedere il cibo in un altro modo, che i carboidrati le proteine ed ebbene si anche i grassi, mi sono amici, basta saperli assumere in dosi giuste, non bisogna amarli troppo o odiarli, perché non sono persone e non possono farti bene o male, il cibo va usato….

Rileggendo ciò che ho scritto ho provato una noia immensa e mi sto chiedendo come ho fatto per tutto questo tempo a dedicarmi solo a queste cose che non mi hanno lasciato niente se non sofferenza, è stato assolutamente tempo perso avrei potuto fare mille altre cose. linus felicità

Oggi finalmente mi sento più forte, posso permettermi anche di essere fuori dagli schemi che purtroppo la società ci impone, l’anoressia non è più una mia esigenza, non è più il mio traguardo, il mio obbiettivo da raggiungere, so che purtroppo il mondo funziona in base al dio denaro, e che il mondo del marketing vuole  inculcarti esigenze, ma essere magra da stare male non è un mia esigenza, ho trovato finalmente una identità che ancora sto costruendo e non mi importa  più eliminare i liquidi in eccesso per sentirmi meglio,  della prova costume non me ne frega una cippa, bisogna essere in forma sempre e avere sempre uno stile di vita sano e anche se non porto la taglia 38 ,  mangio carboidrati so di  non essere una persona pessima… ho un sacco di amici e amiche e molti di loro mi stimano, mi chiamano perché sono una persona gradevole e interessante, e molti mi chiedono consigli e li e ascoltano, e tutto questo me lo sono costruita da sola, e sono consapevole di avere  le potenzialità di fare tanto altro. E a chi mi dice che non mi tengo più come una volta perché sono ingrassata o mi permetto di uscire anche con una sneakers e una coda piuttosto che con il  tacco 12  che tuttavia amo ancora ogni tanto indossare, però l’immagine che ho di me è cambiata, io non sono barbie non voglio come amiche dei miei cloni  e come partner non desidero ken, voglio essere circondata da persone interessanti nel senso che abbiano interessi, qualcosa da trasmettermi, voglio conoscere il più possibile perché solo conoscendo e provando troverò la mia vera identità…

Non voglio come avevo prima una “identità confezionata “, voglio la mia identità e voglio esserne soddisfatta, e in tutto ciò non voglio più dedicare tempo alle calorie perché finalmente ho altro da costruire piuttosto che un fisico malato, è finalmente arrivato il momento di riempire quel “recipiente”  egocentrico e basta sprecare tempo!

V.M.


rosa del cambiamento

Ritrovare se stessi

“Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi,
ma ciò che abbiamo lasciato mutare,
perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo”. (Alessandro Baricco, da “I Barbari”)

Volevo dire.. che se me lo avesse raccontato qualcuno, gli avrei riso in faccia, continuando a ripetere che non ce l’avrei fatta, non avrei mai trovato la forza; Invece sono qui, dopo aver affrontato la paura, la rinuncia, il sapore della sconfitta…l’insicurezza davanti agli altri, come se commettessi un crimine, la voglia di scappare dai posti di sempre, quelli del passatempo, quelli dello studio. rosa del cambiamento

Era lì che mi giravo, mi guardavo intorno…ed è stata tutte le volte la sensazione di sentirmi inghiottire da qualcosa che mi faceva rimpicciolire, quasi sparire. Io non potevo ribellarmi perché mi credevo impotente verso persone e cose attorno a me.. è qui che mi sbagliavo, così annientavo me stessa. Facevo perdere tutto il mio valore, non sapevo più chi ero veramente e che cosa volevo; Mi ero estranea, peggior nemica e rinunciavo ogni giorno alla mia vera essenza perché avevo paura di vivermi. Non c’è cosa peggiore. Ho poi, purtroppo vissuto una perdita vera, non quella di me stessa. La perdita di una persona cara e a questo, non sarei riuscita ad avvicinarmi neanche con il pensiero.. invece.. quante cose si fanno non pensate prima.

 Il nostro corpo fortunatamente ha delle risorse inaspettate e noi non dobbiamo avere paura. Bisogna aiutarsi a non corrodersi con il pensiero, è quello che ci rovina. Noi abbiamo dentro il potere della sopravvivenza, il nostro corpo è in grado di sopportare anche le situazioni più dolorose, con fatica certamente, ma piano piano arriva a stabilizzarsi anche nella realtà dura che ci cambia. Ci cambia perché ci rende ricchi di un qualcosa che nella nostra semplice e banale quotidianità non riusciremo mai ad ammirare…neppure da lontano;

leggerezzaE’ troppo per la nostra continua ricerca di perfezione nel niente di tutti i giorni, che per noi è tutto. Viviamo in delle piccole scatole vicine che però, chissà perché, non ci fanno mai sbirciare per capire che cosa c’è dall’altra parte, al di fuori della nostra realtà. Siamo troppo concentrati su quello che dobbiamo avere assolutamente, troppo concentrati sulle nostre emozioni, perché le stiamo provando e che conseguenze avranno.
Molte volte si crede che la fine del mondo avvenga solo per la nostra giornata storta. Il mondo però non finisce, noi ne siamo solo una millesima parte; Non finisce neanche quando capisci che non rivedrai più la persona che ti ha cresciuto facendoti da padre, perché purtroppo quello vero lo hai perso quando eri piccola, sempre portato via dalla vita. Il mondo non finisce, perché realizzi che non siamo per sempre in questa realtà, che è tutto fuorché profonda, infinita, pura, giusta, piena di felicità e ricchezza. Se i valori non ce li abbiamo noi dentro, niente e nessuno ce li regalerà.. e io, che in un attimo ho visto realizzarsi uno dei miei incubi più grandi, ho capito che non mi avrebbe potuto aiutare sentirmi più sfortunata degli altri, pensare al perché è potuto succedere una seconda volta, anche se io l’ho vissuta come se fosse stata la prima. Portare nella mia mente una visione negativa su quello che sarebbe potuto succedere non mi avrebbe aiutato, come anche il fatto di maledire qualcosa che c’è al di fuori di noi, che non sappiamo, pensando di non avere abbastanza protezione. Non mi avrebbe aiutato ripensare a quanto possa essere stato superfluo, patetico, inadatto, immaturo il periodo di difficoltà che ho trovato solo in me stessa, perché di reale non aveva nulla. Aprire il mio cuore grande, però si; accorgermi che mia mamma avrebbe avuto più bisogno di affetto, sostegno, supporto, compagnia, quello si, mi avrebbe aiutato.
Cancellare come il tasto del cestino presente nel computer tutto quello che di me non mi è piaciuto e che mi avrebbe  potuto dare solo fastidio per andare avanti. Non sprecare più la mia vita per niente, per cose che non esistono, senza però avere rimpianti perché anche quelli fanno davvero male; Imparare ad accettare e portare tutto in un bagaglio, quello della mia maturazione personale. Il mio intento è dare valore a questa nuova ricchezza, coltivarla in positivo, così anche da riuscire a trasmetterla nel mio lavoro, perché io voglio aiutare altre persone con storie difficili.. probabilmente ho assaggiato      solo un piccolo chicco amaro delle storie che arriverò a conoscere, alle quali vorrò dare una nuova luce, un nuovo cammino. Il nuovo cammino se lo meritano tutti; La luce della forza dell’amore, tutti possono trovarla dentro di sé. Basta solo impegnarsi un po’ per cercarla e poi coltivarla come un vaso di rose. Così vorrei dire che finché si lotta per la propria vita, non dimenticandosi mai quali sono i valori fondamentali della nostra esistenza, nulla può finire.

Martina F.

burnout

Stress, burnout e comunicazione

burnout

Corso ECM, relatore dott. Stefano Zucchi, Psicoterapeuta

Titolo: “Il Burnout e la gestione dei conflitti nelle professioni sanitarie

Rimini, 10 maggio 2013, c/o Poliambulatorio Salute in Armonia

7,5 Crediti ECM Accreditato per tutte le categorie sanitarie 

Corso a pagamento: 75 euro

Scarica la locandina

 

Prima parte (2,5 ore): Stress e Burnout

La sindrome del burnout
Componenti e fasi del processo di burnout
Cause, fattori di rischio e fattori protettivi
I sintomi individuali e dell’organizzazione
Fisiologia e fisiopatologia dello stress
Reazioni emotive e meccanismi di difesa
Aiutare senza “bruciarsi”: strumenti di prevenzione e cura per l’individuo e per l’organizzazione
Esercitazione pratica – Discussione di gruppo

Seconda parte (2,5 ore): Comunicazione e Gestione dei conflitti

La comunicazione efficace in ambito sanitario
Autoconsapevolezza, ascolto attivo, empatia
Stili comunicativi
Gestione dei conflitti
Comunicazione assertiva
Esercitazione pratica – Discussione di gruppo

Presentazione

stress

Il burnout è una condizione che colpisce prevalentemente gli operatori delle helping profession (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, operatori di comunità, sacerdoti), ma anche insegnanti, poliziotti, educatori, per via dell’intenso coinvolgimento emotivo nel lavoro.
È il processo che porta il professionista a disimpegnarsi progressivamente dal lavoro perché sovraccarico a livello emotivo e psicofisico: si manifesta attraverso esaurimento emotivo, depersonalizzazione, mancata realizzazione lavorativa.
Si tratta di una sindrome da stress caratterizzata da sintomi dello spettro ansioso-depressivo, con molteplici risvolti somatici: può portare all‘assunzione di stili di vita disfunzionali (tabagismo eccessivo, abuso di alcolici, ecc.) e ad incorrere in errori professionali, infortuni, perdita di empatia e sensibilità nella relazione con il paziente.
Partendo da queste premesse il corso di formazione si propone come programma di prevenzione del burnout nelle professioni d’aiuto, attraverso didattica ed esercitazioni pratiche mirate.

Il corso ha l’obiettivo di:

– Conoscere approfonditamente la sindrome del burnout
– Approfondire la relazione tra stress e malattia
– Acquisire competenze per proteggersi da un eccessivo e dannoso coinvolgimento emotivo
– Avere una maggiore consapevolezza delle dinamiche nella relazione d’aiuto
– Apprendere tecniche di comunicazione efficace e di risoluzione dei conflitti sul lavoro
– Agevolare una corretta comunicazione tra operatori e con il paziente

benessere organizzativo

Per iscrizioni: 0541.623123 Salute in Armonia
Link per iscrizione 1
Link per iscrizione 2

bimbo con cucchiaino

Incontro Bambino e Cibo

Il Bambino e il Cibo

bimbo con cucchiaino

Giovedì 17 Gennaio 2013, ore 20,30

Incontro informativo-educativo
dott. Stefano Zucchi, Psicologo Psicoterapeuta
e dr.ssa Sara Biondi, dietista
Presso la sala GHETTO TURCO (sopra Bar Amico), via Tommaseo /angolo via Rosmini 49
Organizzata da Alliance Farmacie Comunali
Comune di Rimini
Circoscrizione Bellariva-Ghetto Turco-Rivazzurra
Ingresso Gratuito Scarica la locandina

Leggi l’intervista al dott. Zucchi su “Chiamami Città”

L’alimentazione nei bambini: aspetti psicologici e nutrizionali
– Il cibo nella relazione madre-bambino
– Le origini dell’alimentazione emotiva
– Il rifiuto del cibo nel bambino
– Suggerimenti per un buon rapporto col cibo
– I disturbi del comportamento alimentare nel bambino e nell’adolescente

– Fame di noia!!:
Mio figlio ha sempre Fame! Districarsi ed imparare a gestire la “fame” dei lunghi pomeriggi di studio e davanti alla TV.
Consigli e piccole regole per i genitori.

– Che peso il Peso!!
Quando allarmarsi e come intervenire nelle mura di casa!
Cosa fare quando i kg iniziano ad essere troppi?

– Mangiamoci su!
Quando la fame è solo un ricordo e la sazietà non si riconosce più!
Piccole regole per imparare a riconoscere la propria porzione!

Scarica la locandina