Ed è ora che collocherei l’inizio dell’uscita da questo disturbo, “IL MIO VIAGGIO”, la mia “terapia d’urto” “la mia salvezza”…
In pratica l’anno precedente avevo vinto una borsa di studio per un periodo all’estero, per vivere quella esperienza geniale che è l’erasmus, quindi ho salutato tutti e sono andata 7 mesi a vivere in spagna.
Sono arrivata in una città nuova ed ero senza casa, il che voleva dire senza cucina, il che voleva dire non poter controllare ciò che mangiavo dalla colazione alla cena ed è stato così per ben 10 gg, il tutto ovviamente senza bilancia, un incubo assoluto!!!
Piano piano però ho cominciato a conosce presone nuove, tutte persone diverse, con culture diverse, di paesi diversi, con stereotipi diversi, ed erano tutti talmente interessanti, non parlavano di palestra, di vestiti o di altre discorsi che ero nauseatamente abituata a subire, in più mi stavo integrando in una nuova città con cultura e usanze nuove, seppur simili alle mie.
Ho cominciato qui a guardarmi dentro, a confrontare i miei interessi con quelli degli altri e ho cominciato a capire che fuori dalla mia caverna oltre alle solite “ombre” con cui ero abituata a rapportarmi, c’era un universo fantastico, tutto da scoprire.
Li non mi conosceva nessuno, per quei ragazzi ero “la chica riccia italiana” e per gli italiani ero la “riccetta,” non ero la bambina grassa e stupida che per farsi accettare doveva assolutamente dimostrare, non dovevo dimostrare dovevo essere e farmi conoscere per quello che ero, e ci sono riuscita, piano piano mi sono aperta e mi sono resa conto di essere una persona socievole, simpatica, sapevo tenere discorsi su diversi argomenti, ed ero finalmente io.
Il mio rapporto col cibo non era affatto tranquillo nonostante fossi più serena, qui infatti comincia la mia fase ,chiamiamola “dr Jekyll e mr Hyde”..
C’erano momenti in cui stavo bene, ero spensierata, e altri in cui mi rendevo conto che incominciavo ad ingrassare e quando me ne rendevo conto era come se il mondo mi cadesse addosso nell’attimo esatto in cui vedevo apparire quel numero angoscia, tristezza, preoccupazione mi assalivano, era una sensazione bruttissima, sentivo un oppressione tale da togliermi il respiro.
Quando ancora ero a casa e avevo paura a partire perché avevo il timore con il cambio di stile di vita, di ingrassare, pensavo che se fossi ingrassata anche solo 2 kg avrei preferito morire, i 2 kg li avevo superati, tuttavia non volevo più morire, stavo veramente tanto tanto tanto male, ma non era così grave come pensavo, non volevo morire, anzi!!!
In questa fase non avevo più il controllo di una volta, nonostante tutti i nuovi amici continuavano a prendermi in giro per la mia eccessiva attenzione sul cibo, in quel momento non sapevo chi ero, perché non riuscivo più a stare attenta come avrei voluto, non sapevo se stavo meglio o peggio, e il tempo intanto passava e più passava più mi integravo e stavo sempre meglio, ma quel maledetto peso, uffa che oppressione continuava a tormentarmi….
Aumentavo, aumentavo, i vestiti erano sempre più stretti, facevo delle diete ma poi mi chiamavano a mangiare o peggio ancora capitava di bere a volte rinunciavo alle cene o a bere, ma oltre a loro li non avevo nessuno e quindi ero costretta, quindi uscivo e stavo bene e pensavo “ma si sta sera mangio o bevo quello che hanno preparato gli altri, poi domani recupero”, l’indomani poi andavo a pesarmi e mi odiavo per quello che avevo fatto il giorno prima, nonostante quando sapevo che sarebbe capitato di bere un po’ di più la sera, durante il giorno digiunavo, ma anche questo non serviva a niente perché poi, una volta tornata a casa dalla serata, ancora su di giri e forse ancora disinibita dall’alcol essendo mattina presto e avendo digiunato per il giorno prima, tornavo a casa e mi abbuffavo come non mai.
Dopo un po’ di tempo siccome la mia vecchia coinquilina era tornata a casa, sono andata a vivere a casa con delle ragazze che avevo conosciuto li e loro erano fantastiche, mangiavano pasta, mangiavano tutto e le vedevo serene, erano simpatiche, mi sono trovata benissimo, e io infondo sapevo di essere come loro e quindi a parte la pasta mangiavo come loro, tanto sapevo che mancava poco e sarei ritornata a casa, ed ero convinta che una volta tornata a casa sarei stata la ragazza di sempre….
L’ultimo periodo sono stata bene, ero felice, avevo tutto, avevo solo in testa una gran confusione, non ero io, avevo pensieri strani, riflettevo su qualsiasi cosa, stavo crescendo non lo so, anche i miei genitori che mi erano venuti a trovare non mi riconoscevano, nei discorsi che facevo erano profondi e dati da riflessioni, ma più pensavo più avevo un casino assurdo in testa.
Anche quando è arrivato poi il momento di tornare, avevo sempre uno tsunami in testa ma mi sentivo felice, tanto felice, ero aperta, più forte di carattere, simpatica, uscivo sempre e mi divertivo.
Una parte di me si era imposta di tornare come ai vecchi tempi perché nella mia città non potevo permettermi di tenere quella immagine , avevo lavorato e faticato tanto per avere la fama della ragazza “fighetta” magra che ama la palestra a la buona alimentazione, non potevo accettare che gli altri pensassero che avevo fallito che mi ero “ sfasciata” durante il viaggio, quindi per buona parte dell’estate non sono andata al mare, sperando nel frattempo di ritrovare la forma, una volta esaurite tutte le scuse, e rendendomi conto che non avevo i risultati desiderati, ho cominciato ad andare al mare e anche li ci ho preso gusto, il mio nuovo carattere andava piano piano scemando ma comunque amavo ancora divertirmi ed ero ancora anche se meno, aperta.
Una sera uscendo con i miei amici, che avevo sempre temuto, ho provato enorme soddisfazione e mi ha fatto riflettere quando hanno cominciato a dirmi che stavo meglio così, che ero più bella e spensierata, è stato soddisfacente perché avevo un gran timore del loro giudizio.
Tuttavia quella parte di me non riesce a piacersi si era ormai insediata e il mio rapporto col cibo era comunque teso, tutte le volte che vedevo una mia foto, compariva in me l’angoscia e il disprezzo per quell’immagine in cui proprio non mi riconoscevo e non intendevo riconoscermi… nonostante ciò ho passato comunque una bellissima un’estate, avevo tanti amici, con quelli più pazzi uscivo più spesso perché ero anche io così, ho visto tante albe, avevo anche uno pseudo ragazzo, di cui finalmente non ero succube, perché anche sotto quel punto di vista li in tutto ciò sono cresciuta.
Nel frattempo la mia necessità di dimagrire non è scomparsa, quindi decisi di farmi seguire da un dottore che ammiravo tantissimo poiché mi aveva già seguito in passato e dove avevo avuto risultati ottimi, ma nonostante l’impegno, il corpo e la bilancia mi erano comunque nemici.
L’università nel frattempo sembrava interessarmi poco, mi sentivo allo sbando, non avevo il controllo su niente, non avevo stimoli se non la palestra e il dimagrimento, mi pesava fare tutto, mi sentivo frustata su tutti gli aspetti, la voglia di uscire era svanita, mi sentivo inadeguata ovunque, ero silenziosa ero triste senza sapere il perché, i miei amici se ne accorgevano e me lo facevano notare e io mi sentivo per questo più triste, quindi ho deciso di usare “quel numero” dello psicologo, che mia mamma mi aveva dato qualche anno prima e che continuava in modo ossessionante a consigliarmi di andare, e io sperando in un miglioramento nel rapporto ormai insostenibile con lei ho deciso di usare, ed è stata la mossa migliore che abbia potuto fare in quel momento, perché parlare rendermi conto dei miei problemi, guardarmi dentro, mi ha fatto davvero bene e mi ha dato una grossa mano a uscire da questo disturbo..
In poco tempo ho ricominciato a impegnarmi per gli esami come un tempo, ho cominciato a seguire un programma alimentare assolutamente sano a cui ho deciso di affidarmi totalmente, senza considerare le calorie, e senza fare valutazioni personali, l’ho seguito alla lettera mangiando cose e quantità che fino a poco tempo fa consideravo assurde, ma mi sono fidata , e mi sento ogni giorno sempre meglio, ho smesso di pesarmi in modo ossessivo, da 3 volte al giorno sono passata a 2, poi a 1 al giorno, in seguito 1 volta ogni tre giorni fino ad arrivare a una volta ogni una o due settimane… anche a tavola riesco a regolarmi senza pesare tutto ossessivamente, continuo a pesare i carboidrati che comunque continuano leggermente a spaventarmi.
Sono arrivata in un punto in cui sto bene, mangio e mi sento bene, non ho più difficoltà a digerire, pesantezza, e dolori e acidità di stomaco come a un tempo e ogni tanto avverto anche lo stimolo della fame quando sforo i miei orari.
Continuo comunque a fare sport perché ci tengo a mantenere una certa forma, ho solo cambiato lo stereotipo, che non è più la modella supermagra e anoressica, ma è lo stereotipo di una ragazza sana, soda, tonica, ma lo ripeto soprattutto “sana”, non mi piaccio ancora come vorrei, l’insoddisfazione rimane, ma sono consapevole di essere fortunata per la vita che ho , ho cominciato a prendere coscienza di me stessa e so di essere una persona interessate e cerco di coltivare i miei interessi, mi interessa molto meno del parere degli altri, perché io sono così e se gli piaccio, altrimenti non è un problema mio. Ho anche deciso di contornarmi solo di persone che mi fanno stare bene, non sono più io ad essere giudicata, ma a giudicare e a scegliere ciò e chi voglio accanto.
Ho ricominciato a vivere, l’altro giorno essendo priva di impegni sono andata al mare con i miei amici, ho indossato il costume senza digiuni, fanghi e corse preparatorie, con un po’ di timore si, ma sono andata ed ero felice, e nel tragitto mentre pedalavo ascoltando la mia musica ,riflettevo e sorridevo perché ero soddisfatta e mi sentivo libera, finalmente libera da quella prigione virtuale, non ci sono più numeri ad influenzarmi le giornate o imperfezioni, tutti i pensieri che mi oscuravano il viso una volta, non ci sono più, oggi posso andare al mare con i miei 14 kg in più rispetto al giorno della sfilata, e tutti i miei difetti, perché fanno parte di me!!!
E quando poi al mare e ho sentito le mie amiche dire fiere di aver saltato il pranzo o di sentirsi pesanti per aver mangiato un insalata ( e su questo ho fatto scuola io a tutte purtroppo, perché per più risultati avevo più venivo emulata) la mia soddisfazione più grande è stata nell’affermare: io oggi ho mangiato gli strozzapreti ed erano buonissimi!!! (cosa di cui qualche tempo fa mi saresti vergognata di ammettere). E l’ho detto anche nella speranza che mi seguano anche in questa cosa. E l’avere fatto questa affermazione mi ha fatto capire anche che riesco a vedere il cibo in un altro modo, che i carboidrati le proteine ed ebbene si anche i grassi, mi sono amici, basta saperli assumere in dosi giuste, non bisogna amarli troppo o odiarli, perché non sono persone e non possono farti bene o male, il cibo va usato….
Rileggendo ciò che ho scritto ho provato una noia immensa e mi sto chiedendo come ho fatto per tutto questo tempo a dedicarmi solo a queste cose che non mi hanno lasciato niente se non sofferenza, è stato assolutamente tempo perso avrei potuto fare mille altre cose.
Oggi finalmente mi sento più forte, posso permettermi anche di essere fuori dagli schemi che purtroppo la società ci impone, l’anoressia non è più una mia esigenza, non è più il mio traguardo, il mio obbiettivo da raggiungere, so che purtroppo il mondo funziona in base al dio denaro, e che il mondo del marketing vuole inculcarti esigenze, ma essere magra da stare male non è un mia esigenza, ho trovato finalmente una identità che ancora sto costruendo e non mi importa più eliminare i liquidi in eccesso per sentirmi meglio, della prova costume non me ne frega una cippa, bisogna essere in forma sempre e avere sempre uno stile di vita sano e anche se non porto la taglia 38 , mangio carboidrati so di non essere una persona pessima… ho un sacco di amici e amiche e molti di loro mi stimano, mi chiamano perché sono una persona gradevole e interessante, e molti mi chiedono consigli e li e ascoltano, e tutto questo me lo sono costruita da sola, e sono consapevole di avere le potenzialità di fare tanto altro. E a chi mi dice che non mi tengo più come una volta perché sono ingrassata o mi permetto di uscire anche con una sneakers e una coda piuttosto che con il tacco 12 che tuttavia amo ancora ogni tanto indossare, però l’immagine che ho di me è cambiata, io non sono barbie non voglio come amiche dei miei cloni e come partner non desidero ken, voglio essere circondata da persone interessanti nel senso che abbiano interessi, qualcosa da trasmettermi, voglio conoscere il più possibile perché solo conoscendo e provando troverò la mia vera identità…
Non voglio come avevo prima una “identità confezionata “, voglio la mia identità e voglio esserne soddisfatta, e in tutto ciò non voglio più dedicare tempo alle calorie perché finalmente ho altro da costruire piuttosto che un fisico malato, è finalmente arrivato il momento di riempire quel “recipiente” egocentrico e basta sprecare tempo!
V.M.