Caviglia e dintorni…
Si può imparare qualcosa da una frattura alla caviglia
(e non solo che bisogna stare più attenti)
- fare Santo chi ha inventato gli antidolorifici
- inseparabili stampelle, ci si affeziona fino a che lasciano dei segni nei palmi che ricordano le stimmate
- la sedia girevole con le ruote si trasforma in poco tempo in una carrozzella in versione artigianale
- la cucina diventa improvvisamente lontanissima e ti concedi una sosta a metà corridoio
- in bagno ci vai una volta in meno e se dimentichi una cosa in soggiorno la lasci lì e fai senza
- a volte senti suonare il cellulare, dimenticato in qualche stanza, e scopri come finisce la suoneria
- torni ad essere dipendente e scopri che alcune persone (a volte nemmeno amici) sono molto disponibili per aiutarti
- ti accorgi che gli altri, per quanto empatici, non riescono a cogliere fino in fondo la tua condizione
- riscopri emozioni come la noia e la solitudine. Soprattutto la solitudine
- si ribaltano alcune tue certezze che consideravi assiomi indiscutibili: il letto può diventare scomodo, anche scomodissimo dopo un pò
- riscopri i pomeriggi di lettura, ma poi ti stufi anche di quello
- la radio da “due giri” alla televisione
- una giornata può essere lunga, lunghissima o interminabile (specie di giugno)
- la nonna aveva ragione: “i mali vengono in un attimo e se ne vanno lentamente”
- scopri la vulnerabilità (o la riscopri, se hai già avuto la fortuna di scoprirla)
- ti ricordi di avere un corpo
- pensi a come devono essere forti quelle persone che vivono in una situazione di disabilità motoria, poi velocemente ti distrai e pensi a qualcos’altro
- ripeti più volte alcune frasi, cercando di convincerti, ma con scarso successo: “poteva andare peggio” e “in fondo sono stato fortunato” e “un mese e mezzo passa più in fretta di quanto pensi” e “tanto il mare non mi è mai piaciuto così tanto, e poi almeno qua è fresco”…
- trascorri molto tempo a pensare, niente di particolarmente importante, lasci la mente al pascolo
- metti la vita in pausa e ti accorgi che il tempo batte con un altro ritmo, meno incalzante
- fai qualche telefonata che rimandi da mesi (a volte ti accorgi perchè la rimandavi)
- ascolti un cd dall’inizio alla fine
- dormi molto e con gusto
- ogni giorno la vita da “sano” acquisisce sempre più valore, si trasforma in un traguardo luccicante all’orizzonte.. e pensare che sei sempre stato sano e non te ne sei mai accorto
dott. Zucchi Stefano
Psicologo Psicoterapeuta